[nextpage title=”Introduzione”]
Il seguente modulo prende in considerazione la natura altamente sfumata, multidimensionale e dinamica del concetto di cultura.
A questo proposito vengono presentati tre recenti approcci a questo concettto che sono particolarmente significativi perché si concentrano sulla natura multidimensionale della cultura.
Partendo da una prima definizione di cultura, il modulo esplora l’origine del concetto di cultura per poi introdurre i tre approcci in modo più dettagliato.
Alla fine di questo modulo, apprenderai la definizione di:
- cultura come costrutto sociale complesso
- “cultura mondiale” di Hannerz e le sue riflessione su come le culture locali e globali siano collegate
- “cultura sfocata” di Bolten e il suo concetto di competenza interculturale
- cultura come diversità creativa e il concetto di “identità culturale” dell’UNESCO
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Nella definizione del termine “cultura”, Margaret Mead alla fine degli anni ’30 ha messo in luce per la prima volta la distinzione tra “cultura” e “una cultura”: “Cultura significa l’intero complesso del comportamento tradizionale che è stato sviluppato dalla razza umana e che viene successivamente appreso da ogni generazione. “[…] “Una cultura è meno precisa. Può rappresentare le forme di comportamento tradizionale che sono caratteristiche di una determinata società, di un gruppo di società, di una specifica razza, di una determinata area o di un certo periodo di tempo ”. (Mead, 2002).
Il modello di cultura proposto dall’antropologo Ulf Hannerz è il primo che presenteremo in maniera più approfondita. Hannerz considera insufficiente che, in un mondo sempre più interconnesso, la compresione della cultura venga limitata al contesto nazionale. Dal suo punto di vista, la cultura è data da un quadro culturale mondiale creato attraverso la crescente interconnessione di varie culture locali, nonché attraverso lo sviluppo di culture che non hanno un chiaro ancoraggio in un determinato territorio.
Il secondo modello che presenteremo si riferisce al concetto di “cultura sfocata” di Jürgen Bolten, che descrive un’osservazione multi-prospettiva dell’interazione sociale tra le persone. Bolten ha sviluppato un modello di competenza dell’azione interculturale che considera l’effettiva interazione tra competenza personale, sociale, metodologica e professionale in un contesto interculturale.
Il terzo modello riprende il concetto di “identità culturale” dell’UNESCO, considerata come un processo fluido e auto-trasformante, meglio compreso come un progetto futuro piuttosto che in termini di eredità passata. Per l’UNESCO, in un mondo globale, le identità culturali derivano da più fonti; la crescente plasticità delle identità culturali riflette l’aumento della complessità dei flussi globali di persone, beni e informazioni.
[nextpage title=”La cultura come costrutto sociale”]
La cultura è un costrutto sociale ed è considerata altamente soggettiva. Etimologicamente “cultura” deriva dal termine latino “colere” che significa abitare, coltivare o onorare; l’origine del termine si riferisce generalmente a modelli di attività umana e a strutture simboliche che definiscono il significato di tali attività.
Nel suo significato più ampio, il termine “cultura” si riferisce ai sistemi di conoscenza condivisi da un gruppo relativamente ampio di persone che sviluppa una serie comune di comportamenti comuni, che corrispondono alla totalità dell’esperienza acquisita e accumulata da una persona.
La cultura è trasmessa socialmente, nel senso che i comportamenti passano tra le generazioni attraverso l’apprendimento sociale. Durante questa trasmissione intergenerazionale, la cultura potrebbe acquisire nuovi comportamenti, confermare o modificare quelli precedenti, in quanto si riferisce alla somma di conoscenze, esperienze, credenze, valori, atteggiamenti, significati, gerarchie, religione, nozioni di tempo, ruoli, relazioni spaziali, concetti dell’universo, oggetti materiali e possedimenti acquisiti da un gruppo di persone nel corso delle generazioni attraverso l’apporto individuale e di gruppo.
La cultura include simboli comunicativi condivisi, alcuni dei quali rappresentano le capacità, le conoscenze, gli atteggiamenti, i valori e le motivazioni di un gruppo. Il significato dei simboli viene appreso e deliberatamente perpetuato in una società attraverso le sue istituzioni formali e informali.
Socialmente, la cultura consiste in schemi e comportamenti espliciti e impliciti acquisiti e trasmessi da simboli, che costituiscono i tratti distintivi dei gruppi umani, comprese le loro forme di realizzazione di artefatti; il nucleo essenziale della cultura è costituito dalle idee tradizionali e dai loro valori collegati; i sistemi di cultura possono, da un lato, essere considerati I prodotti delle azioni e, dall’altro, come condizionamenti che influenzano ulteriori comportmenti.
I gruppi sociali creano e ricreano costantemente i modelli comportamentali che definiscono una cultura. Allo stesso tempo, il termine cultura è usato in una varietà di contesti molto diversi nella nostra società. Oggi, il termine non viene utilizzato solo per descrivere le belle arti, ma anche per descrivere i gruppi sociali e i loro modelli comportamentali.
La cultura è un terreno comune collettivo che distingue i membri di un gruppo o di una categoria di persone da un altro.
Con un uso del termine così ampio, la definizione di cultura può essere utilizzata in modo improprio per etichettare le persone, giustificare la mancanza di comprensione e sostenere che i tentativi di comprensione siano sempre inutili a causa di presunte differenze insormontabili tra i gruppi culturali. Frasi come “siamo di culture diverse”, escludendo implicitamente le altre persone dal proprio gruppo, possono essere utilizzate per giustificare facilmente questo tipo di pensiero. Il termine “cultura” può anche essere usato per spiegare una varietà di incomprensioni o differenze che in realtà sarebbero motivate in modo più accurato dalle differenze di età, socializzazione, lingua, genere e/o status e che inoltre avrebbero potuto essere evitate con lo sviluppo di migliori capacità comunicative e maggiori sforzi per capirsi.
Per le motivazioni fino a qui esposte, in questo modulo, promuoveremo le definizioni di cultura che ne sottolineino la sua natura altamente sfumata, multidimensionale e dinamica.
Fonte: https://pixabay.com/it/photos/migrazione-integrazione-migranti-3129340/
[nextpage title=”Il concetto di cultura in un mondo interconnesso: l’approccio dell’antropologo Ulf Hannerz”]
L’approccio dell’antropologo Ulf Hannerz ha l’obiettivo di ampliare la comprensione della cultura nel contesto nazionale, che considera limitante, rispetto ad un mondo sempre più interconnesso. Dal suo punto di vista, esiste allo stato attuale un quadro culturale mondiale creato attraverso la crescente interconnessione di varie culture locali, nonché tramite lo sviluppo di culture che non sono ancorate ad uno specifico territorio.
Hannerz propone che le culture locali siano viste più adeguatamente come sottoculture all’interno di un tutto più ampio; culture che devono essere comprese nel contesto del loro ambiente culturale piuttosto che isolatamente. Hannerz esamina il processo di assorbimento locale dei flussi culturali globali e l’interazione tra elementi culturali globali e locali e dimostra come il globale non possa esistere senza il locale. Posti questi due livelli, le persone escogitano le loro modalità di relazionarsi con l’attuale diversità interculturale a livello globale.
Gli elementi essenziali del locale possono essere trovati nella vita quotidiana, che Hannerz definisce il “contesto della forma di vita”. La definizione include attività quotidiane a casa, al lavoro e nel vicinato, relazioni quotidiane interpersonali emotivamente rilevanti e usi quotidiani di forme simboliche, in breve, tutti quegli elementi che durano nel tempo e fanno parte della vita locale (Hannerz, 1996). Gli eventi e le esperienze della quotidianità nel contesto locale sono considerati diretti e genuini. Spesso, questi elementi hanno un grande impatto sulla vita delle persone, producendo e riproducendo continuamente “cultura”.
Di conseguenza, è a livello locale che le influenze globali vengono filtrate, trasformate e incorporate in credenze e pratiche. Hannerz considera quindi il mondo della vita quotidiana locale come l’area in cui elementi culturali globali, e quelli situati simbolicamente in un diverso mondo locale, hanno la possibilità di farsi casa.
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[nextpage title=”L’approccio “sfocato” alla cultura di Bolten”]
L’approccio “sfocato” alla cultura di Bolten descrive un’osservazione multi-prospettiva dell’interazione tra persone socialmente diverse. Afferma che “le culture non possono essere chiaramente delimitate; i loro bordi appaiono piuttosto come una confluenza di diverse reti transculturali. Le culture sono intrinsecamente irregolari o sfocate” (Bolten, 2014).
Bolten sottolinea che l’identità delle persone è definita dalla loro affiliazione a diversi gruppi, ad esempio alla famiglia, all’etnia, alla religione, alla sfera vocazionale e anche alle comunità virtuali.
Fonte: Creative Commons by Paolo Brusa cc s.a
Bolten descrive la competenza interculturale come l’interazione integrata ed efficace tra competenze individuali, sociali, strategiche e professionali in un contesto interculturale. Le “competenze interculturali” devono quindi essere intese come un processo e non un fenomeno statico, limitato a caratteristiche personali e sociali immutabili, talvota chiamate “competenze trasversali”.
Il modello di Bolten relativo alla competenza dell’azione interculturale combina due sistemi strutturali di competenze interculturali in una matrice che include le seguenti categorie:
(a) tre dimensioni: conoscenza, comportamento e attitudine
(b) quattro categorie di competenza: individuale, sociale, strategica e professionale (competenza attiva).
Bolten propone di combinare le dimensioni della conoscenza, del comportamento e dell’attitudine con le categorie relative alle competenze individuali, sociali, strategiche e professionali, arrivando a un concetto di competenza interculturale che rifletta gli aspetti individuali, sociali, strategici e professionali delle diverse competenze:
- caratteristiche come “apertura”, “flessibilità” o “consapevolezza culturale” rappresentano caratteristiche relative alla competenza individuale
- “intuizione” e “capacità di comunicare” sono visti come aspetti relativi alla competenza sociale,
- “avere aspettative realistiche” sono il riflesso degli aspetti della competenza metodologica.
Poiché il modello di processo tiene conto dell’influenza delle competenze metodologiche e professionali (ad esempio, strategia e capacità), nonché delle competenze sociali e personali, l’interazione risultante tra queste categorie di competenze include elementi noti come “fattori trasversali e professionali” nel ciclo di sviluppo delle risorse umane.
Pertanto, si può essere considerati “competenti a livello interculturale” quando si è consapevoli e in grado di bilanciare efficacemente caretteristiche personali, sociali, metodologiche e professionali in un ambiente interculturale. La competenza interculturale richiede anche di stabilire sinergie efficaci tra la cultura straniera e la propria cultura. Questa azione di bilanciamento tra ciò che è straniero e ciò che è familiare potrebbe richiedere di includere la negoziazione attiva e l’implementazione delle proprie abilità comunicative, ma l’idea di “equilibrio” non significa solo che tutte e quattro le competenze integrali debbano essere presenti in uguali quantità. Significa invece che la “competenza interculturale” non è un concetto universale che possa essere definito al di fuori di specifiche situazioni culturali.
[nextpage title=”La definizione dell’UNESCO di cultura e identità culturale”]
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione Scientifica e Culturale (UNESCO) definisce la cultura come un “insieme di caratteristiche spirituali, materiali, intellettuali ed emotive distintive di una società o di un gruppo sociale che comprende, oltre all’arte e alla letteratura, stili di vita, modi di convivenza, sistemi di valori, tradizioni e credenze” (UNESCO, 2011).
Questa definizione consente due interpretazioni diverse ma complementari del concetto di cultura. Innanzitutto, la cultura è la diversità creativa incarnata in particolari “culture” (al plurale), con le loro tradizioni uniche ed espressioni tangibili e intangibili. In secondo luogo, la cultura (al singolare) si riferisce all’impulso creativo che sta al centro di quella diversità di “culture”.
I due significati della cultura – uno autoreferenziale, l’altro auto-trascendente – sono indissolubilmente legati e forniscono la chiave per immaginare la proficua interazione dei popoli nel contesto della globalizzazione.
Uno degli ostacoli fondamentali al dialogo interculturale è l’abitudine di concepire le culture come entità fisse, come se vi fossero delle linee di faglia a separarle. Le culture, tuttavia, non sono entità chiuse o statiche. Il dialogo tra le culture diventa più facile se pensiamo alle culture come a confini porosi che trattengono il potenziale creativo degli individui che racchiudono. Le culture, come gli individui, esistono in relazione l’una con l’altra.
Fonte: https://pixabay.com/it/photos/afghanistan-citt%C3%A0-persone-mercanti-79492/
[nextpage title=”Per riassumere”]
Le precedenti definizioni di cultura evidenziano concettualizzazioni dinamiche e relazionali, multidimensionali ed espansive della cultura.
La prima definizione cattura la flessibilità liquida e la variabilità dello stile di vita moderno e postmoderno, in cui le crescenti interconnessioni di diverse culture locali incontrano lo sviluppo di culture senza un chiaro ancoraggio in alcun territorio.
La seconda definizione suggerisce una visione più ampia e inclusiva della cultura, basata su un focus che include l’osservazione prospettica individuale dell’interazione tra persone diversamente socializzate.
La definizione finale enfatizza l’esistenza della cultura come costrutto variabile e fluido, sia a livello di gruppo che individuale, in cui la prospettiva relativa dell’osservatore ne stabilisce le conclusioni.
L’UNESCO sottolinea l’importanza di comprendere le culture superando la definizione di “entità chiuse o statiche” ed introducendo la differenza tra “cultura” e “sottocultura; collega ogni possibile definizione di cultura al terreno comune dei diritti umani fondamentali.
L’UNESCO suggerisce di considerare le culture come nuvole, con “i loro confini che cambiano continuamente, si uniscono o si separano … e talvolta si fondono per produrre nuove forme derivanti da quelle che le hanno precedute, ma che differiscono completamente da esse … La cultura è il substrato stesso di tutta attività umana, a cui conferisce significato e valore” (UNESCO; 2011).
Fonte: Photo by Billy Huynh on Unsplash
- La cultura è un costrutto sociale complesso.
- Esistono molte definizioni di cultura e modi di usare il termine.
- Ogni persona appartiene a più culture.
- Le culture si sovrappongono e sono connesse in una rete fluida di senso di appartenenza e caratteristiche individuali.
- Le culture includono, ma non sono limitate a quelle nazionali.
- Sebbene le culture possano sembrare omogenee dall’esterno, in realtà sono sempre costituite da individui unici e quindi eterogenei.
[nextpage title=”Quiz”]
[nextpage title=”Bibliografia e sitografia”]
Axelrod, R. (1997) ‘The dissemination of culture: A model with local convergence and global polarization’, The Journal of Conflict Resolution, p. 41.
Bailey, G. e Peoples, J. (1998) Humanity: an introduction to Cultural Anthropology. St. Paul, MN: West Pub. Co.
Bolten, J. (2012) Interkulturelle Kompetenz. Erfurt: Thüringer Landeszentrale für politische Bildung.
Bolten, J. (2014) The Dune Model – or: How to Describe Culture. New York: icNew Link.
Hannerz, U. (1992) Cultural Complexity: Studies in the Social Organization of Meaning. New York: Columbia University Press.
Hannerz, U. (1996) Transnational Connections: Culture, People, Places. London: Routledge.
Hofstede, D.G. (2001) Culture’s Consequences: Comparing Values, Behaviours, Institutions and Organizations Across Nations. 2nd edn. London: Sage Publications, Inc.
Keesing, R.M. ( 1981) Cultural anthropology: A contemporary perspective. New York: Holt, Rinehart e Winston.
Kroeber, A.L. e Kluckhohn, C. (1952) ‘Culture: A critical review of concepts and definitions’. Papers of the Peabody Museum, p. 47.
Mead, M. e Mètraux, R. (1952) The Study of Culture at a Distance. Chicago: University of Chicago Press.
Mead, M. (2012) Cooperation and Competition Among Primitive Peoples. New York: Transaction Publishers.
Schuerkens, U. (2017) Social Changes in a Global World. Thousand Oaks CA: Sage Publications.
Turner, V. W. (1975) Dramas, Fields, and Metaphors: Symbolic Action in Human Society (Symbol, Myth, & Ritual). New York: Cornell University Press.
Unesco (2001) Universal Declaration on Cultural Diversity. Disponibile on-line al sito:
http://www.unesco.org/new/fileadmin/MULTIMEDIA/HQ/CLT/pdf/5_Cultural_Diversity_EN.pdf
(accesso del 1 agosto 2019).
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